È un fulmine a ciel sereno quello che ha colpito il mondo arbitrale italiano: l’AIA (Associazione Italiana Arbitri) ha annunciato ufficialmente che Marco Di Bello non potrà più dirigere partite del Cagliari per i prossimi due anni.
La decisione, resa pubblica attraverso un comunicato nella serata di giovedì, ha immediatamente acceso il dibattito tra tifosi, esperti e addetti ai lavori.
La motivazione? Secondo fonti vicine all’AIA, la scelta è stata presa per “tutelare la serenità e l’imparzialità delle future direzioni di gara”, dopo le polemiche roventi seguite alla controversa partita tra Cagliari e Torino, disputata lo scorso mese. In quell’occasione, Di Bello aveva assegnato un rigore molto discusso al Torino e annullato un gol dei sardi per un fuorigioco millimetrico, decisioni che hanno scatenato l’ira della società rossoblù e del suo presidente, Tommaso Giulini.
Il club isolano aveva presentato un reclamo formale all’AIA, accompagnato da un dossier video con una lunga serie di episodi arbitrali controversi legati a Di Bello nelle ultime stagioni. Sebbene il comunicato dell’Associazione Arbitrale sottolinei che “non vi sono elementi oggettivi che mettano in discussione l’integrità dell’arbitro Di Bello”, si è deciso comunque per una misura precauzionale volta a “preservare la credibilità e l’equilibrio competitivo del campionato”.
Marco Di Bello, classe 1981, arbitro internazionale con oltre 100 presenze in Serie A, non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche dopo la notizia. Secondo voci interne, avrebbe accolto la decisione con amarezza ma anche con senso di responsabilità, consapevole delle tensioni che si erano venute a creare intorno al suo nome.
La decisione dell’AIA ha diviso l’opinione pubblica. Alcuni lodano il gesto come atto di trasparenza, altri lo vedono come una pericolosa concessione alle pressioni mediatiche e dei club. Il dibattito si estende anche al futuro della classe arbitrale italiana: come si possono proteggere gli arbitri dalla crescente sfiducia, senza compromettere l’autorevolezza del loro ruolo?
Intanto, per Marco Di Bello si apre una fase delicata della carriera: continuerà ad arbitrare, ma con una zona off-limits chiara e pesante. E per Cagliari, ogni futura direzione arbitrale sarà osservata con ancor più attenzione.
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